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PASSIRANO-CAMUNA NESSUN MORTO UN SOLO FERITO
giovedì, ottobre 27, 2005
Come già sapete si è consumato ieri sera il primo dramma dell’anno cestistico, con lo scontro frontale tra le due corazzate del basket bresciano: le furie rosse della Camuna contro i mujahidin del Mullah Bill di Passirano.
L’evento era iniziato nel peggiore dei modi, con la tifoseria camuna a devastare il Palaverde con mezza giornata in anticipo sul match. Alle 20,33 non c’era più nulla da distruggere e/o devastare, così i belli della North Kaos decidevano di adarsene, abbandonando le macerie del palazzetto al loro destino, sicuri del fatto che la loro squadra del cuore avrebbe sicuramente trionfato. La polizia lasciava fare incurante (come al solito, se non c’è di mezzo la Santanché col suo bel dito medio, in Italia non si fa un cazzo, alla faccia dell’illegalità).
Quindi alle 20,42 arrivavano puntuali i rappresentanti dei Black Panthers, che prendevano possesso di ciò che rimaneva a monito delle generazioni future. Purtroppo, come già sapete, il mega striscione 35x47 metri, che avevano fatto preparare dal noto artista palestinese Gesù Kristoh (forse fratello del Lanz-oh!?), era stato trafugato da dei misteriosi rapitori qualche giorno addietro; quindi dovevano sopperire con un vessillo d’accatto, recuperato in fretta e furia all’ultimo momento dal pizzicagnolo sotto casa. Con siffatta effige facevano comunque la loro porca figura, un po’ come Eltsin sul carrarmato alla conquista del Palazzo d’Inverno. In postazione di comando i Black Panthers facevano pertanto partire i cori di sprone alla squadra, inneggiando all’orgoglio dei fratelli negri islamici oppressi nel mondo. La squadra, da par suo, replicava dal campo con l’urlo della rana gracidante nella bruma iberica, che in quanto verde, faceva pandan con i colori sociali dell’Islam. Degli Amici di Pimpi, nessuna traccia. Forse si erano fatti intimorire dal clima poco pacioso della North Kaos. Ma tant’è.
La partita iniziava con un megajoint fumato a metàcampo con l’arbitro, che decideva di dare la palla agli ospiti ospitanti. Il tutto in nome dell’amicizia, ricordando le recenti trasferte olandesi di alcuni influenti membri della squadra, compreso il coach. Si cominciava quindi a battersi come gladiatori nell’arena, senza esclusione di colpi, anche se l’hispanico si era dato malato, complice il volo delle anatre al tramonto.
Intanto sugli spalti i Panthers cominciavano a fare a botte col pubblico accorso per assistere alla mattanza. Veniva addirittura sferzato a colpi di cotechino il fratello bello di Freddy Mercury, al grido di: “Dagli il salame all’arbitro spia!”. Il tutto a causa delle provocazioni inscenate dal Nero Sadico Bresciano e dalla sua cricca post-comunista. Ma per fortuna nessuno si faceva male.
Intanto in campo la sceneggiata continuava, tra alti e basi da entrambe le parti. Sembrava addirittura che qualcuno avesse emesso una fattura scoperta nei confronti del canestro, viste le scarse percentuali al tiro. In compenso di palle perse se ne sprecavano, come i pallini sulle cravatte del premier. Diciamo che in questa specialità si distinguevano alcuni elementi tra i padroni di casa, ma a volte anche i valligiani contribuivano col loro, giusto per non essere da meno. E il gruppetto di nani da giardino che supervisionava a bordo campo annuiva soddisfatto di fronte allo spettacolo, pensando languidamente a Biancaneve lasciata sola nel giardino di casa Bianchi a Iseo.
E così via, l’incontro/scontro procedeva placido e tranquillo, sui binari morti di una quotidianità esasperata. Mentre il sangue finto scorreva a fiumi sugli spalti, dove alcuni attori professionisti che erano venuti ad interpretate il ruolo di spettatori inscenavano scene di massacri di massa.
Finché lo spirito sacro dei fratelli negri che aveva guidato fino a quel momento i franciacortini non se ne andava, lasciandoli preda solo dei propri spasmi asfittici per la mancanza di ossigeno. Quindi gli ospitati decidevano che era l’ora di chiudere il discorso, dando il via a una Macarena isterica, protagonisti i ballerini migliori che cominciavano a darci, ma a darci, ma a darci. In contemporanea, anche al tavolo ufficiale il cronometrista dava segni di squilibrio, a causa dei funghetti abbandonati da qualche giocatore distratto. Era costretto ad intervenire l’arbitro che fino a quel momento se ne era stato tranquillo a scambiare due parole con Dotto. Sugli spalti i Black Panthers, ormai sfibrati, giocavano a battimani con il cugino bello di Daniele Interrante.
E poi finiva come doveva finire. La Camuna in vantaggio che vuole mantenerlo, il Passirano che cerca di recuperare le 20 cannelle di distacco. Qualche cedro di troppo che vola. E pucia tu, che pucio anch’io e ci scappava il ferito. Infatti, a pochi minuti dal termine, quando tutto era ormai deciso, veniva accompagnato al pronto soccorso uno dei rossi camuni, con un occhio quasi fuori dall’orbita, tutto sanguinolento e purulento di pus infiammato e putrescente. Mentre in tribuna neanche un morto, solo dei figuranti imbrattati di vernice rossa.
Tutto qua. Per i Panthers una scampagnata tra amici, che meritava forse di essere festeggiata in maniera diversa. Per il Passirano un esordio con Botti in tribuna, ma si può migliorare, questione di cicco. Per la Camuna, il risultato che volevano.
La stampa si sbizzarriva, poi, con delle bizzarre ipotesi sulle relazioni pericolose che legano Lanzini ad Al Bano, che venivano però subito smentite da un Mayr versione “braccino corto”, che andava anche via senza pagare il conto. Per fortuna uno Sventrax un po’ legnoso pagava da bere a tutti per via del suo compleanno.
Ah, alla fine anche il maialino giallo ringraziava, essendo un anno che non usciva dall’armadio, mentre i Panthers preannunciano sfracelli per la settimana prossima, dove andranno a sfidare il nemico Occidentale e imperialista, amico di Bush e dei capitalisti uniti, in quel di Roncadelle. Sarebbero già pronte le bandiere verdi dell’Islam Unito.

Ma si capisce così tanto che ho avuto una notte agitata e una giornata pesante?
posted by gagarin @ 17:40  
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